Test ott.2024

San Vito al Tagliamento: cosa vedere e fare.

San Vito al Tagliamento sorge in Friuli Venezia Giulia ed è un centro culturale ed economico di rilievo di questa regione. Il suo nome è costituito da un agionimo, cioè contiene il nome di un santo “San Vito”, che di solito era associato a guadi o percorsi fluviali, come si denota dalla posizione del paese sulla sponda destra del fiume Tagliamento.
In questa città gli abitanti detti “Sanvitesi”, utilizzano accanto alla lingua italiana anche la lingua friulana con variante occidentale, perché va detto che il Friuli è una regione molto legata alle proprie origini, tradizioni, cultura e alla propria lingua, tant’è che in diversi paesi i cartelli stradali riportano il nome del paese nelle due lingue, italiano e friulano.

Questa località assieme ad altri sette comuni fa parte delle “Terre Tagliamento”, quei territori posizionati sulla riva occidentale di questo grande fiume, che segna un confine liquido tra acque e terre, natura e ricchezza culturale, lingua veneta e friulana … insomma un mondo meraviglioso che ti consigliamo di visitare almeno una volta.

La storia di San Vito al Tagliamento.

Sebbene di insediamenti umani si trovino tracce già in età antica e in età romana lungo l’alveo di questo fiume così mutevole nei secoli, l’attuale centro si può dire abbia avuto origine da un diploma dell’imperatore Ottone II che donò al patriarca Rodoaldo due “corti” fortificate con i territori circostanti.

Il Castello fu ampliato ad opera dei Patriarchi che detenevano il potere temporale, in particolare il Patriarca Raimondo della Torre di Como, il quale fece costruire le torri Raimonda e Scaramuccia.
Nel 1341 venne istituito il mercato settimanale che inizialmente avveniva la domenica e poi fu spostato al venerdì e portato entro le mura cittadine.

Nel 1420 Venezia conquistò queste terre friulane, lasciando al Patriarca il potere temporale su San Vito. Vennero quindi costruite diverse opere pubbliche e private, che fecero confluire nuova popolazione.

Verso la fine del 1400 furono costruiti il campanile, la loggia comunale, la chiesa di San Lorenzo, il palazzo Rota e la Chiesa dei battuti. La piazza centrale assunse l’attuale struttura.

Dopo che nel 1860 Pietro Cristofoli partecipò all’impresa dei Mille con Garibaldi, nel 1866 San Vito fu congiunta all’Italia e rimase per decenni un grosso centro agricolo in mano a conservatori aristocratici, che negli anni purtroppo fecero perdere predominio a San Vito rispetto a Pordenone che iniziava ad industrializzarsi.

Dopo le vicende conseguenti alla prima e alla seconda guerra mondiale che portarono molta distruzione, San Vito venne liberata dal regime fascista il 30 aprile 1945 dopo due giorni di combattimenti tra partigiani e tedeschi.

Oggi San Vito con la sua zona industriale di Ponterosso accoglie un numero consistente di attività industriali dalla meccanica di precisione all’industria alimentare, dalla componentistica alla lavorazione del vetro.

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